I miei inediti

Ecco i miei inediti:

La ricerca delle tane (consigliato per bambini dai 4 ai 6 anni e per gli insegnanti di matematica)

LA RICERCA DELLE TANE

In un paese molto lontano viveva il gattino Pietrino che voleva imparare a contare. Il micino si mise a cercare nel bosco delle tane di volpi poiché voleva trovare una tana per ciascuna delle tre amiche volpi. Loro si chiamavano Rosetta, Lauretta e Furbetta. Insieme alle sue amiche iniziò la ricerca; trovarono ben presto una bella tana situata sotto un grande sasso e, mentre Pietrino stava decidendo a chi consegnarla, Furbetta entrò al suo interno e se ne impossessò. Il gattino capì che la prima volpe aveva trovato una tana e pensò: “quante ne mancheranno?” Pietrino, Rosetta e Lauretta continuarono la ricerca delle tane. Dopo qualche ora scovarono una buca profonda in mezzo al terreno, al suo interno la tana era piccolina, calda e accogliente. Rosetta se ne innamorò e decise di sceglierla. Il gattino capì  che due volpi avevano bisogno di due tane! Il gattino e Lauretta cercarono l’ultima tana. Trovarono un grande buco tra le radici dell’albero con dentro una buca enorme e Lauretta decise di dormire lì per tutte l’inverno. Pietrino, allora, si accorse che ad ogni animale corrispondeva una tana perché le tre volpi necessitavano di tre tane!


Adam e la visita al museo (consigliato per i bambini dai 6 agli 8 anni, per gli insegnanti di storia e di intercultura)

ADAM E LA VISITA AL MUSEO

Adam aveva i capelli neri e pelle di color marroncino, era di origine Marocchina. Il bambino aveva 7 anni e frequentava da qualche mese la classe seconda. Per il 13 novembre era prevista una uscita scolastica, si andava a visitare un museo di storia che comprendeva tanti reperti del passato. Il bambino era in trepidante attesa, finché non arrivò quel meraviglioso giorno. Il museo era pieno di oggetti del passato, candelabri, penne con calamaio, slittini d’epoca, lumi, ceste enormi dove fare il bagno o lavare i vestiti, antiche macchine da scrivere e tanti altri reperti storici. Adam era molto emozionato e, anche se gli era stato vietato, quando non era vicino alla guida o agli insegnanti, toccava qualche oggetto. Il bambino era rimasto ammaliato dalla riproduzione di una cascina del 1800 ed iniziò a toccarla. Ad un certo punto, mentre accarezzava il muso di un mulo accadde che sentì la piccola bocca dell’animale morderlo, d’istinto ritrasse la mano e chiuse gli occhi per il dolore … immediatamente si ritrovò all’interno della cascina e davanti al mulo… come era potuto succedere? Non ebbe neanche il tempo di pensarci che sentì uno dei muli parlare: “Ciao, io sono il mulo Andrei e vivo qui da tanti anni” <<Tu- tu parli come gli esseri umani?”>> – rispose Adam impaurito. – Certamente, io sono il mulo del passato, del presente e del futuro, sono magico e, quando muoio rinasco in un’altra epoca e sempre in una cascina, fattoria didattica, zoo o azienda agricola – rispose il mulo. Poco dopo aggiunse – lo sai perché ti ho morso per trasportarti dentro questa cascina? Il bambino non sapeva cosa rispondere e provò varie opzioni: “Mi vuoi raccontare che sei bello in tutte le epoche? Mi vuoi spiegare cosa mangi? Mi vuoi far conoscere il padrone o far vedere la stalla? Andrei raccontò il motivo per cui era stato trasportato all’interno della cascina: “Ti ho morso perché ti vedevo molto interessato alla cascina ed io potrei darti tante informazioni”. Successivamente il mulo raccontò la storia dell’origine della cascina. Tanto tempo fa era molto grande e comprendeva persino un mulino per macinare il pane, un osteria ed una piccola chiesa. Si trovava accanto ad un fiumiciattolo e comprendeva alcuni locali con spazi chiusi (tante casette, il caseificio per fare il formaggio, i granai) e tanti spazi aperti (i campi per le coltivazioni, i terreni pieni di alberi da frutto). La cascina che vedeva Adam comprendeva una grande fattoria con tanti animali (maiali, mucche, galline, conigli, oche, tacchini, cavalli). La fattoria era recintata con un confine artificiale caratterizzato da una staccionata di legno; i campi, invece, erano terminavano per lo più con confini naturali (alberi di pioppi, il fiume, delle siepi). Era proprio bella! Il bambino fu accolto da una famiglia di contadini e visse dentro casa loro per parecchi giorni, imparò a prendere l’acqua dal fiume e darla agli animali, mungere le vacche, preparare il formaggio, arare e dissodare i campi, pulire le stalle, e fare tanti altri lavoretti a stretto contatto con gli animali e la natura. Un giorno decise di tornare alla vita che aveva vissuto prima della visita alla cascina, gli mancavano i suoi genitori, i compagni, i giochi al computer e l’allenamento di calcio. Fu morso dal mulo e si ritrovò nel bagno del museo; erano passati appena due minuti dal momento in cui era stato morsicato la prima volta da Andrei. Poco dopo rivide i suoi compagni ed abbracciò con intensità i suoi due amici preferiti; anche se per questi ultimi l’orologio era andato avanti solo di due minuti, Adam aveva vissuto un esperienza molto bella in una cascina del 1800 e non vedeva i suoi amici da ben 13 giorni.


Un viaggio inaspettato (consigliato per i bambini dai 7 ai 9 anni e per gli insegnanti di scienze).

UN VIAGGIO INASPETTATO

Antonio e Amalia, due bambini di sette anni, stavano viaggiando in aereo con i loro genitori. Dopo un’ora di viaggio arrivò una brutta tempesta. L’aereo entrò dentro una nuvola nera e si fermò inaspettatamente, bloccato da quest’ultima. Due fulmini colpirono i due bambini e… furono trasformati in due gocce d’acqua blu scura! I bambini goccia trovarono un buchino vicino alla porta dell’aereo, si trascinarono a fatica fino a lì e decisero di tuffarsi dalla nuvola per aggregarsi alle altre gocce di pioggia che cadevano dal cielo. Caddero dentro un fiume. Amalia e Antonio furono persino sbalzati sul terreno da un’onda. I bambini non rimasero molto sul terreno perché… furono risucchiati da un albero attraverso le sue radici. Poco dopo incontrarono un omino strano, tutto verde e con la forma di un ghiacciolo; sapeva anche parlare e si chiamava Daniele. Quest’ultimo era uno zucchero e raccontò loro dove si trovavano e che cosa stava accadendo; in quel momento stavano per essere assorbiti, insieme all’acqua e ad altre sostanze minerali, dalle radici di un grande albero. Tutte queste sostanze servivano al grande essere vivente per nutrirsi! I due bambini goccia si trovavano dentro di un grande fiume di colore verde che trasportava tutte queste sostanze all’interno dell’albero: la linfa! Quest’ultima scorreva in un tubicino. Amalia, Antonio e Daniele, durante il trasporto, si sentivano come se fossero dentro un ascensore perché la linfa stava attraversando il tronco dell’albero! Durante il loro percorso attraversarono dal tronco, rami e foglie. Giunti dentro una foglia Amalia, Antonio e Daniele furono inglobati dentro una grande bolla ricca di ossigeno e riuscirono ad uscire dalla pianta perché il sole, tramite il processo di fotosintesi clorofilliana, stava facendo evaporare le molecole di ossigeno. I tre amici ruppero la bolla perché non volevano vivere per sempre al suo interno e caddero sopra un rametto vicino alla foglia. Loro volevano tuffarsi nel fiume per poter così ritornare dentro alla nuvola. Incontrarono una giraffa che stava mangiando alcune foglie e le chiesero un passaggio fino al fiume. Salirono sulla sua testa e furono trasportati. Quando si trovarono dentro l’acqua conobbero Emma, una goccia d’acqua esperta che sapeva benissimo come risalire fino alle nuvole. Seguendo il consiglio della nuova amica, Amalia, Antonio e Daniele si inserirono in mezzo alle gocce d’acqua che si trovavano a stretto contatto col cielo, si posizionarono a pancia in su e… iniziarono ad evaporare. Trasportate dal sole e solleticate dal vento, le tre gocce e lo zucchero diventarono molto amiche e, con allegria, giunsero dentro una nuvola tutta bianca. Dopo qualche ora il vento aumentò, la nuvola si riempì di gocce d’acqua sempre più scure ed entrò in contatto con un’altra simile. Le quattro amiche notarono che nella nuvola appena urtata si trovava l’aereo. Scivolando tra le due nuvole riuscirono ad arrivare vicino al veicolo. Amalia, Antonio, Daniele ed Emma provarono a spostare l’aereo dal blocco della nuvola, ma non riuscirono perché non possedevano né braccia, né mani, né gambe, né piedi. Inaspettatamente ognuno di loro fu colpito da un fulmine: Antonio ed Amalia ritornarono bambini, mentre Emma fu trasformata in una bellissima donna di quarant’anni e Daniele in un uomo muscoloso di trent’anni! Antonio e Amalia si stupirono molto per il cambiamento dei loro amici: non si aspettavano che fossero esseri umani! I quattro amici liberarono l’aereo dalla nuvola e ripresero il volo con due passeggeri in più.


Se fossi un Ichthyostega (consigliato per i bambini dagli 8 ai 9 anni e per gli insegnanti di storia)

SE FOSSI UN ICHTHYOSTEGA…

Marco e Chiara erano fratello e sorella, erano due gemelli di 8 anni, frequentavano la terza elementare, e adoravano il programma di storia. Chiara era bionda e con i capelli corti, Marco portava dei lunghissimi capelli neri. Un venerdì sera erano le ore 23:00. Anche se avevano un po’ di sonno i due fratellini, sapendo che il giorno seguente non dovevano andare a scuola, iniziarono a fantasticare con il gioco del “se fossi…”, nel quale ognuno di loro doveva dire se fossi… ed immedesimarsi nell’essere vivente che avrebbe voluto essere. Iniziò Marco e disse se fossi un bruco… non vedrei l’ora di entrare dentro il bozzolo per diventare una bellissima farfalla! Continuò Chiara, se fossi un albero di ciliegie sarei contentissima perché tutti verrebbero a mangiarle! Ora era il turno di Marco, se fossi… un coniglio salterei in continuazione e sarei più veloce di tutte le volpi esistenti al mondo! Chiara disse… se fossi un airone volerei in continuazione e migrerei per tutto il pianeta. Nonostante i due bambini avessero molto sonno Marco continuò il gioco. Se fossi un Ichthyostega… ma Chiara aveva voglia di dormire e disse a Marco di pensare l’indomani all’essere vivente di cui dovevano fare la ricerca di storia nel fine settimana. Finì il gioco e i bambini si addormentarono. Durante il sonno Marco iniziò a fantasticare sull’essere vivente di cui gli aveva parlato il maestro a scuola ed inizio a pensare come potesse vivere un Ichthyostega. Il bambino decise di chiamare quell’essere vivente primordiale Frush l’Ichthyo! Gli piaceva quel nome inventato! Iniziò a sognare di essere Frush e di vivere intorno a 320 milioni di anni prima della nascita di Cristo. L’ambiente in cui viveva era pieno di felci e di piante altissime come dei grandi palazzi, lui adorava nuotare in acqua, ma… si sentiva incompleto… L’Ichthyo era stufo di vivere solo in acqua, voleva conoscere il mondo ed imitare quegli anfibi che avevano iniziato a vivere anche sulla terraferma! Un bel giorno si sentì coraggioso ed iniziò a camminare fuori dall’acqua, poteva riuscirci grazie alle sue sei zampe snodate ed alle sette dita per ogni zampa! Frush era lungo più di un metro ed era il più bell’esemplare di Ichthyostega presente sulla Terra, era di un colore meraviglioso, un po’ blu ed un po’ viola, e aveva dei denti molto aguzzi invidiati da tutti gli esseri viventi di quell’epoca, inoltre… con la sua splendida e lunga coda faceva impazzire tutte le femmine della sua specie! Frush era un grande divoratore di insetti e di altri invertebrati… non gli sfuggiva nessun animaletto sulla Terra. Soprattutto L’Ichthyo adorava mangiare delle squisite maganeure, cioè delle libellule giganti con apertura alare di ben 70 centimetri! Marco era così tanto immedesimato nella figura di Frush che non si accorse che… era suonata la sveglia già tre volte! Con la sorella e la sua famiglia doveva andare a vedere un parco naturale pieno di fiumiciattoli! Il bambino era contento di partire, però nel suo cuore e nei suoi pensieri era ancora Frush l’Ichtyo! Quando arrivarono al parco iniziarono a visitare il parco, qui Marco raccontò a Chiara il suo meraviglioso sogno e pensava… in tutti quei meravigliosi fiumiciattoli Frush si sarebbe divertito a nuotare, camminare nella terraferma e mangiare le libellule! Come avrebbe voluto realmente trasformarsi nell’Ichthyo! Purtroppo il suo sogno ed il suo pensiero non si realizzarono neanche la notte del sabato e… quando Marco si svegliò la domenica mattina, si informò sulla vita degli Ichthyostega e fece una ricerca così tanto curata e piena di dettagli che l’indomani a scuola ricevette le lodi del maestro e le ammirazioni di tutti i compagni di scuola!